lunedì 1 settembre 2014

Piove. E' settembre. E' lunedì.




Piove. E' settembre. E' lunedì.

L’insieme di tre cose che anche dette da sole provocano allergia e pelle d’oca. Puoi prenderle così. O puoi decidere, come sempre, di fregartene del pensiero dell’uomo medio e di cambiare occhiali. Perché è tutta questione di prospettiva.

Piove. 

E puoi decidere di guardare fuori, tirare un pochino più su la coperta, cambiare lato e tornare a dormire. Oppure puoi decidere di alzarti, infilare quelle scarpe da corsa che quest’estate hanno visto più fango che sabbia e andare a correre. Respirare a pieni polmoni. Respirare il profumo della vendemmia, dell’erba bagnata, delle prime foglie cadute. Diventare un tutt’uno con quel misto di sudore e acqua.



E’ settembre.

Che per quanto mi riguarda è il vero capodanno.
Compro agende nuove, un numero imprecisato, come se tutto quello che volessi fare non dovesse starci in un’agenda, un anno o una vita sola. Apro scatole dimenticate, ritrovo maglioni di papà della cui scomparsa sono stata (giustamente) incolpata. Esco di casa con magliette multistrato che non so più nemmeno distinguere. Esco con chili di lana e stivali, ma un paio di short. Per dimostrare a me stessa che ‘io quell’abbronzatura non l’abbandono’ e che non cederò all’inverno.






E' settembre.

E io trasloco. Come ogni settembre, per il quarto anno consecutivo, io trasloco. Piego vestiti giacche e maglioni in valigie sempre troppo piccole, ma abbastanza grandi per tutti i miei sogni, che quelli non occupano spazio e ti tengono in piedi, e per questo li ringrazio. E scelgo cuscini e copripiumini come stessi vestendo una bambola.





E’ settembre.

E passo le ore tra siti di e-commerce. Compro riviste di moda, che anche per loro settembre è capodanno. E mi riapproprio dei miei colori. Di quell’armadio monotonalità per cui d’estate mi prendono in giro. Di quel grigio che sembra grigio, che tu chiami grigio, che per me è argento, madreperla, antracite, ardesia o grigio cenere. Di quel marrone che chiami marrone, che io chiamo beige, camoscio, castano, testa di moro o color sabbia. Di quel nero che non è solo nero. Perché il mio armadio è questione di sfumature. Come lo sono le persone.







E' lunedì. 

E bevo acqua e limone. E mi prendo un’ora intera per fare colazione. Per decidere cosa mangiare, di quale beauty routine diventare indipendente, da quale nuovo cibo biologico sconosciuto farmi catturare. Per fare liste della spesa, diete del lunedì che dureranno fino forse a martedì, della stessa settimana. Fino a quando l’avocado in cucina maturerà e finirà su una fetta di pane, ai cereali, spalmato di philadelphia. 






E’ lunedì.

E penso ai danni del weekend, ai chilometri fatti, agli amici che sono sempre quelli e maturi in maniera inversamente proporzionale all’età. E nonostante questo siamo qui uno per l’altro, e sempre lo saremo. E penso alle cose non fatte e al programma della settimana, l’agenda già piena e una marea di voglia di fare.




Piove. E’ settembre. E’ lunedì. 
Quindi sorridi

foto: Pinterest - Tumblr 






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