giovedì 26 dicembre 2013

'20




"Adoro le grandi feste, sono così intime. In quelle piccole non c'è nessuna privacy."

Gli anni '20, Il Grande Gatsby, piume e frange, il jazz, flapper girls con capelli corti e bob. 
Un coprispalle in ecopelliccia, fili di perle e gioielli decò, soprattutto tra i capelli. 
Una sigaretta lunga, come le dive, un uomo affascinante in completo blu che ti offre champagne in un bicchiere da Martini. 
Datemi una festa anni '20.


Ralph Lauren

Il Grande Gatsby

Blumarine


CREDITS (Tumblr - Vogue)


giovedì 12 dicembre 2013

Brunch

E’ una sensazione meravigliosa! Quando improvvisamente di rendi conto di amare qualcosa che hai sempre conosciuto. Niente filosofia e niente pensieri profondi, ho realizzato di amare il brunch. E vorrò sempre fare brunch. 





Anti americani convinti e cultori del pranzo domenicale staranno già storcendo il naso, mio padre compreso, ma dategli un’opportunità.
Punto uno: il brunch non è americano. Mi spiace distruggere una delle vostre più solide certezze. La parola brunch nasce in Inghilterra nell’800, un tizio di nome Guy Beringer l'ha inventata come crasi di breakfast e lunch. Alias la perfetta scusa per mischiare nella stessa tavola cioccolato salatini uova pancakes succhi di frutta caffè e spumiglie. Alias quello che tutti noi segretamente amiamo fare nei momenti di euforia stile non-ho-bisogno-della-palestra.


Happiness is a 10$ tee


Punto due: il brunch è stato inventato come rimedio all'hangover, ebbene si. Il brunch ti permette di dormire la domenica, svegliarti lentamente e avere tempo di ricordare la sera prima, o solamente svegliarti, e offre la soluzione a tutti i tuoi problemi quando non pensi di avere la forza nemmeno di fare un caffè. La sbronza (o sbornia, ciucca, balla, scuffia o come tu la voglia chiamare) non si combatte con aspirine, tapparelle abbassate e solitudine, ma infilando le tue nuove scarpe da running comprate in realtà per gli aperitivi, una felpa leggera che lasci filtrare il sole domenicale e un paio di occhiali da sole, i più grandi esistenti, che perfettamente si sposano con le tue occhiaie e, neanche farlo apposta, con il sole domenicale.


Linda Farrow

Asos

Il brunch ti permette di assaporare te e caffè insieme, dolce e salato, e se vuoi seguire il rimedio della nonna (dopo l’hangover devi sempre farti un bicchierino la mattina) hai la possibilità di ordinare un Bloody Mary, un Rossini, uno Spritz, aperitivi accettati durante il brunch domenicale e che non ti faranno apparire un alcolizzato.



Nike

Quella fascia oraria tra le 11 e l’1 della domenica è spontaneamente socievole, allegra. Ti mette di buon umore, ti fa dimenticare il mal di testa, ti riempie lo stomaco e l’anima.
E se pensate che il brunch sia solo una cosa per under 30 che ancora vivono con mamma e papà vi sbagliate, non riesco a immaginare niente di più familiare e caldo di un brunch in famiglia il 27 dicembre, quando non ne potremo più di parenti, cenoni e vestiti ricoperti di lustrini. Una vestaglia, una mantella di cachemire, i piedi nudi e un concentrato di vitamina C. Il brunch permette alle mamme di godersi la domenica mattina, senza dover svegliarsi alle 8, passare l’aspirapolvere, preparare 4 colazioni diverse per poi dover preparare anche il pranzo.





Che lo facciate con gli amici, con la famiglia, con la vostra metà. Vi auguro un buon brunch.

(Credit - Tumblr)

lunedì 9 dicembre 2013

Domeniche e wish list

Domenica sera. Momento in cui, drammaticamente, metti a paragone “quello che avresti dovuto fare” a “quello che hai realmente fatto”.  
Avresti dovuto: studiare, pulire casa, fare quella lavatrice che da giorni ti dice “guarda che non mi farò da sola” e studiare e ancora studiare. E quello che hai fatto: spegnere la sveglia, ripetutamente, pranzare alle 3, fissare gli appunti per tempi infiniti sperando di apprendere per osmosi. Uscire alla ricerca di un supermercato aperto, consapevole che non ne avresti trovato nemmeno uno, qui la domenica è domenica per tutti, e realizzare che in realtà la ricerca del supermercato era semplicemente una scusa in più per posticipare. Avresti voluto andare a correre, ma in realtà hai preso un oki e aggiunto un maglione, perché si sa che io e l’inverno non siamo propriamente compatibili.


E poi in un attimo, senza nemmeno accorgertene ti ritrovi a vagare su siti di e-commerce, a segnare tutti i regali che vorresti ricevere e che potresti fare, a stilare infinite whist list natalizie, e a desiderare una cioccolata calda insieme al tuo terzo maglione, un pomeriggio con le mani sporche di farina, le tue migliori amiche in cucina e la casa che sa di zenzero e cannella.



Ma cioccolata calda non c’è, in realtà non esiste più alcuna forma glucidica in casa tua dopo l’ultimo attacco salutistico al supermercato. e continui la lista e in questa lista rientrano libri, film, scarpe e vestiti. spuntano da ogni dove non riesco più a tenerne il conto.

Un pigiama, uno di Victoria Secret, consapevole che la vestibilità non sarà proprio uguale a quella di un angelo ma perché non provare a sentircisi almeno un po’.



Un libro, il sequel de “Il diavolo veste prada”, perché mi riporta immediatamente ai 15 anni, ad Anna Wintour e ad una meravigliosa Anne Hathaway, che anche se le critiche sono tutte concordi nel dire che quel libro sta meglio su uno scaffale io lo voglio su uno scaffale di camera mia.




Un'agenda, una di 13sedicesimi, personalizzata nella carta, nel colore, perché la rilegatura è studiata per evitare tutto ciò che io detesto di un'agenda e perché l’avorio delle pagine ti invita a non staccare mai la penna dal foglio. perché amo le agende i taccuini e i quaderni, perché alcune cose devono essere scritte per rimanere soltanto tue.


Un paio di occhiali da sole in legno, di Shwood, perché fa moda si ma perché sono eleganti lineari e puliti, solo legno lavorato e una lente scura.



Anelli, come se il numero di dita fosse infinito. E non necessariamente quelli di Zaha Hadid, o se proprio volete anche quelli, ma in ogni caso anelli. Lineari, ingombranti, di bigiotteria o preziosi. Di metallo pietre legno o alluminio. Anelli.




Una maschera, un fondotinta o un correttore. Leggeri come acqua e morbidi come seta, che non devi controllare l’ombreggiatura ogni 20 minuti. Perché un correttore e un mascara ti cambiano la giornata.



Domenica. Per una giornata che finisce una wish list che continua.